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Latitante arrestato in clinica: in manette imprenditore condannato per reati ambientali

Operazione congiunta tra la Squadra Mobile di Genova e Napoli: Pasquale Capuano rintracciato dopo mesi di fuga grazie a un controllo medico a Pompei

Una lunga latitanza finita in una clinica di Pompei

Pasquale Capuano, imprenditore campano con precedenti giudiziari per reati ambientali e aggravanti mafiose, è stato arrestato a Pompei al termine di un’articolata operazione delle Squadre Mobili di Genova e Napoli. L’uomo, irreperibile da circa due mesi, era destinatario di un ordine di esecuzione pena dopo la condanna definitiva a sette anni di reclusione. La sua fuga è terminata in una clinica del napoletano, dove si era recato per un controllo medico.

L’operazione è stata possibile grazie al lavoro di intelligence e sorveglianza compiuto nell’ambito del progetto “Wanted”, promosso dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, che punta alla cattura di latitanti di elevato profilo criminale.

Condanna per reati ambientali dopo la mareggiata di Rapallo

L’inchiesta che ha portato alla condanna di Capuano risale ai lavori post-mareggiata del 2018 a Rapallo, in Liguria. In quell’occasione, l’imprenditore era coinvolto in attività di smaltimento illecito di rifiuti legati alla ricostruzione delle infrastrutture danneggiate. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Genova, le operazioni erano gestite con metodi riconducibili a logiche mafiose, tanto da configurare l’aggravante del “metodo mafioso”.

L’episodio aveva suscitato grande attenzione anche per il contesto: la devastazione causata dalla mareggiata aveva aperto la strada a interventi urgenti e significativi, diventati terreno fertile per affari illeciti e pratiche corruttive.

Un fuggitivo ben organizzato e difficilmente rintracciabile

Per oltre sessanta giorni, Capuano è riuscito a sfuggire alla cattura grazie a una rete ben congegnata di espedienti: cambiava di continuo telefono cellulare e scheda SIM, tutte intestate a prestanome stranieri, e utilizzava documenti falsi per muoversi indisturbato. Aveva tagliato ogni legame con la famiglia e si era reso praticamente invisibile agli occhi delle autorità.

Gli investigatori hanno seguito le sue tracce con pazienza, sfruttando informazioni incrociate, sorveglianze e collaborazioni sul territorio. Il suo stile di vita da latitante era improntato alla prudenza estrema, con spostamenti limitati e un’identità sempre camuffata.

L’errore fatale: il bisogno di cure mediche

La svolta è arrivata da un dettaglio apparentemente banale: la necessità di un controllo medico. Capuano si è recato in una clinica privata a Pompei per sottoporsi a visite specialistiche. Ed è stato lì, tra le corsie della struttura sanitaria, che gli agenti della Polizia lo hanno individuato. La segnalazione è stata sufficiente per far convergere sul posto le sezioni Criminalità Organizzata e Catturandi delle due Squadre Mobili, che hanno fatto irruzione cogliendo Capuano di sorpresa.

Al momento dell’arresto, l’imprenditore aveva con sé una carta d’identità elettronica e una patente con generalità false, ma con la sua fotografia. Uno dei documenti era valido per l’espatrio, fatto che ha aggravato ulteriormente la sua posizione legale.

Capuano ora rinchiuso nel carcere di Secondigliano

Oltre all’esecuzione della condanna definitiva, a Capuano è stata contestata anche la violazione dell’articolo 497 bis del codice penale, che punisce il possesso e l’uso di documenti d’identità falsi. Dopo il fermo, l’uomo è stato trasferito nel carcere di Secondigliano, dove dovrà scontare la pena residua e rispondere dei nuovi reati contestati.

L’operazione conferma la determinazione della Polizia di Stato nel contrastare i reati ambientali e le infiltrazioni mafiose, soprattutto in contesti dove la criminalità tende a mimetizzarsi con l’imprenditoria e gli appalti pubblici. L’arresto di Capuano rappresenta non solo la conclusione di una latitanza, ma anche un forte segnale nei confronti di chi tenta di sottrarsi alla giustizia attraverso stratagemmi e coperture.